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Reti elettriche europee sotto pressione: servono investimenti per 1000 miliardi per evitare blackout

Un campanello d’allarme si è acceso in Europa. Il 29 aprile scorso, la penisola iberica ha vissuto il peggior blackout degli ultimi anni. In Spagna e Portogallo, milioni di cittadini sono rimasti senza elettricità per ore. Le autorità stanno ancora indagando sulla causa, ma per molti analisti la diagnosi è chiara: la rete elettrica europea è obsoleta e inadeguata alla transizione energetica in atto.

Secondo una recente analisi Reuters, l’Unione Europea ha bisogno di investire oltre 1.000 miliardi di dollari entro il 2030 per evitare crisi simili e garantire la sicurezza, la resilienza e l’efficienza del sistema elettrico europeo.

La crescita delle rinnovabili mette alla prova la rete

Negli ultimi anni, la produzione da fonti rinnovabili – in particolare eolico e solare – è cresciuta esponenzialmente, sostenuta da politiche ambientali, incentivi e obiettivi ambiziosi come il Green Deal Europeo e il pacchetto Fit for 55. Tuttavia, l’infrastruttura di rete che dovrebbe trasportare e bilanciare questa nuova energia non è cresciuta allo stesso ritmo.

Le principali criticità evidenziate sono:

  • Reti di trasmissione vecchie o congestionate, soprattutto nei Paesi dell’Europa meridionale e orientale;
  • Mancanza di interconnessioni transfrontaliere, che impedisce la piena integrazione del mercato elettrico;
  • Bassa capacità di accumulo energetico, fondamentale per compensare l’intermittenza delle fonti rinnovabili;
  • Tempi lunghi per le autorizzazioni a nuovi progetti infrastrutturali.

Secondo una recente analisi Reuters, l’Unione Europea ha bisogno di investire oltre 1.000 miliardi di dollari entro il 2030 per evitare crisi simili e garantire la sicurezza, la resilienza e l’efficienza del sistema elettrico europeo.

La Commissione Europea accelera con nuove leggi

A Bruxelles, la sfida è presa molto sul serio. La Commissione Europea e il Parlamento UE stanno approvando una serie di leggi chiave per facilitare l’ammodernamento della rete:

  • Direttiva (UE) 2024/1711: obbliga i gestori di rete a migliorare la trasparenza sulle richieste di connessione e introduce accordi flessibili per collegare rapidamente nuovi impianti;
  • Riforma del mercato elettrico UE: approvata nell’aprile 2024, punta a ridurre la volatilità dei prezzi e favorire contratti stabili tra produttori e consumatori;
  • Aggiornamento del Regolamento TEN-E (UE 2022/869): amplia l’ambito ai progetti di stoccaggio, smart grid, reti offshore e idrogeno, con procedure accelerate per le opere di interesse comune;
  • Conclusioni del Consiglio UE (maggio 2024): lanciano un appello per una “supergrid europea”, una rete interconnessa, intelligente e resiliente per tutto il continente.

Un’ opportunità epocale per imprese e territori

Per aziende come G.B.P.C. srls, che operano nella progettazione integrata di impianti e infrastrutture energetiche, il momento è strategico. I progetti che mirano a:

  • modernizzare sottostazioni e linee di trasmissione;
  • implementare reti intelligenti (smart grid);
  • integrare accumuli e sistemi di gestione intelligente;
  • favorire l’interconnessione e la digitalizzazione della rete,

possono accedere a fondi europei diretti (CEF, Horizon Europe) e indiretti (FESR, PNRR, JTF). Questi strumenti prevedono coperture fino al 75% dei costi per studi, progettazioni esecutive e realizzazioni.

Italia: serve un’accelerazione locale

In Italia, il fabbisogno di aggiornamento è altrettanto urgente. Le regioni del Sud sono potenzialmente ricche di energia solare ed eolica, ma spesso non riescono a immettere l’energia prodotta nella rete nazionale. Collo di bottiglia tecnico, ma anche politico e amministrativo.

I Programmi Regionali FESR 2021–2027 e il PNRR (Missione 2) mettono a disposizione risorse importanti, ma è essenziale:

  • semplificare le procedure di autorizzazione;
  • favorire partenariati pubblico-privati;
  • investire in digitalizzazione e manutenzione predittiva delle infrastrutture esistenti.

Blackout e resilienza: il fattore tempo è decisivo

Se non si interviene in tempi rapidi, i blackout rischiano di diventare una nuova normalità, minacciando la competitività delle imprese, la fiducia dei cittadini e la stabilità economica. Le reti non sono solo cavi e tralicci, ma infrastrutture critiche per la sicurezza nazionale e l’autonomia strategica dell’Europa.

Come ricordato dalla Commissione, ogni euro investito oggi in resilienza della rete risparmia dieci euro in danni futuri.

Conclusione

Il blackout in Spagna e Portogallo è stato un segnale forte e chiaro: la rete elettrica europea va ricostruita per il futuro. Gli strumenti legislativi e finanziari ci sono. Le competenze tecniche, come quelle offerte da G.B.P.C. srls, sono pronte.

Ora serve una visione comune e un impegno concreto da parte di imprese, istituzioni e cittadini per trasformare la vulnerabilità energetica in una nuova forza continentale.

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